domenica 28 febbraio 2010

Il movimento del treno cullava i suoi pensieri, tante volte aveva viaggiato in treno, stavolta non era solo un viaggio, era un irragionevole desiderio. Non sapeva davvero cosa l’avesse spinta ad accettare quell’invito. Rifletteva sulla curiosità di scoprire quanto lui fosse simile a ciò che si era immaginata, in tutto questo tempo la loro conoscenza si era limitata allo scriversi, parlarsi al telefono e si erano visti in CAM. Costatare con mano quelle emozioni che la mettevano sottosopra ogni volta che solo pensava a lui, viverle in carne e ossa, ritrovarsi a chiedersi come poteva desiderare tanto un uomo come mai l’era capitato... La voce del controllore la scosse dai sui pensieri,l’uomo si affretto subito a scusarsi pensava che dormisse. Certo non poteva immaginare che dietro quell’aria distesa c’erano un garbuglio di emozioni e pensieri,e che il suo stare composta e assopita celava un animo in fermento agitato da sensazioni, attimi, lunghe attese.

Porse il biglietto al controllore frettolosa, voleva ritornare ai suoi pensieri, richiuse gli occhi, ricordava cosa si dicevano, le lunghe chiacchierate, il suo sorriso accattivante, la sua faccia da schiaffi,un uomo che riusciva a rendere ogni conversazione interessante di qualunque cosa si parlasse,che riusciva a farla ridere e soprattutto la sua mente l’aveva sedotta, aveva il potere di accrescere il desiderio portarlo al limite dell’ossessione ,il desiderio di possesso era forte…non scemava, in tutto quel tempo niente aveva smosso quell’uomo dalla sua mente

La sua voce al telefono profonda calda… il caro accento, sorrise ripensando a quando aveva cantato ….assorta ancora nel pensarlo si accorse che il treno rallentava, stava entrando in stazione si diresse verso la toilette, aveva le mani sudate le bagnò sotto l’acqua gelida, si schizzò un po’ d’acqua in viso si guardò nello specchio sorridendo si preparò a scendere.

Era già allo sportello prima ancora che il treno si fermasse si rese conto che tremava l’agitazione l’aveva presa doveva tranquillizzarsi , voleva che niente avesse guastato quel momento, fece un rapido sospiro si guardò riflessa nel vetro, vide il suo sopracciglio destro alzarsi, segno che ciò che vedeva le garbava, si senti pronta e terribilmente eccitata l’umido nei suoi slip, lo diceva chiaramente.

Scese dal treno, sulla banchina si guardò intorno, il treno che aveva preso lui doveva già essere arrivato da un po’, scrutò i visi dei passanti ma non lo vide.

Lui intanto da dietro una colonna la guardava, vedeva i suoi occhi cercarlo tra la gente, rimase immobile a fissarla. Quando la vide voltarsi verso di se si scostò da dietro la colonna, i loro sguardi s’incontrarono, sul suo viso apparve un sorriso che lui avrebbe riconosciuto tra milioni, si mossero contemporaneamente a pochi centimetri l’uno dall’altro si fermarono e continuarono a fissarsi nessuna parola usciva dalle loro labbra, complici uguali…celati ognuno nell’animo dell’altro. Lei come per rendersi conto che fosse reale gli toccò il viso con le dita, quel gesto provocò in lui una scossa, le prese il polso la tirò verso di se e la baciò. Incuranti di tutto ciò che li circondava, si baciarono lì. Stretta contro la colonna dal corpo di lui, si lasciò andare a tutto il suo desiderio, troppo aveva atteso niente l'avrebbe fermata ricambiò il bacio con la stessa intensità. Quando quel bacio tanto agognato li sfamò, si staccarono lentamente, le afferrò la mano e la condusse fuori dalla stazione. Mentre camminavano, parlavano, lui si fermò prese dalla tasca interna della giacca una piccola rosa blu ormai striminzita dalla loro stretta, gliela porse e gli sfiorò le labbra. Camminavano per il centro della città lei sentiva il desiderio impadronirsi dei suoi sensi, voleva quell’uomo che gli aveva invaso i sogni notte dopo notte. Entrarono in un vicolo si fermarono davanti ad una pensione, non c’erano parole da dire, i loro sguardi parlavano la stessa lingua. Dopo la registrazione salirono di corsa le scale che portavano alla l camera, entrarono, i loro corpi si avvinghiarono ripresero a baciarsi ancora più intensamente. Quasi come se volessero entrare uno nell’altra attraverso le loro bocche, cosi le mani impazienti cominciarono a frugare sotto i vestiti, e le sue dita arrivarono nella fica calda e umida, lei senti il suo membro premerle contro. Dopo aver avuto quel contatto di pelle lui, la scosto, piano lentamente la frenesia che gli aveva colti rallentava diventando un desiderio vivido di cogliere ogni attimo di non sciupare niente. Cominciò a slacciarle i bottoni della camicetta, la lascio scivolare sul pavimento appoggio le labbra sul seno e sbottonò la chiusura della gonna che cadde a terra lasciandola solo con l’intimo e le autoreggenti, si scostò la guardava il suo sguardo percorreva ogni centimetro di quella pelle desiderata ora poteva sentirne il profumo, il sapore l’aveva lì per se. Lei si avvicinò cominciò a spogliarlo lo portò verso il letto dopo avergli tolto la camicia, gli sfilò i pantaloni e l’intimo. Guardava avida voleva fissarlo nella mente il suo corpo memorizzarne i tratti.

Sguardi s’incrociano, le bocche si avvicinano respiri si confondono, le mani si cercano lui la sfiora leggermente la sua pelle vibra eccitata,lei gli sussurra ti desidero, toccandogli il torace si abbassa percorrendo il suo corpo con le labbra “Ti desidero”, gli ripete sempre più sussurrato. Gioca con il suo corpo alza lo sguardo, le sue mani gli sfiorano i fianchi, le labbra sospirano sulla pelle calda di lui piano lo da stendere sul letto, lentamente gli sale sopra, si mette a cavalcioni un gesto veloce di lui gli strappa il perizoma che aveva ancora addosso,sorridendogli si sfila il reggiseno piano, e poi gli cattura le mani con le sue sopra la testa e inizia a muovere il bacino, occhi lucidi di desiderio sfacciati tengono testa al suo sguardo.


I respiri si fanno più affannosi, i corpi si muovono all'unisono, si accarezzano. Scende lasciva la bocca ancora percorre il suo corpo inizia dalla guancia, passa all’orecchio al pomo d’Adamo alla gola i suoi fremiti la eccitano ancor di più, arriva ai capezzoli, li cattura, prima uno poi l'altro, li mordicchia, li aspira, li succhia con voracità e il suo respiro si fa più pesante, il suo torace si alza e si abbassa con più decisione, le labbra del suo sesso umido e caldo avvolgono delicatamente il membro duro non è ancora dentro di lei fa scivolare l’umido tempio sul membro, gli piace sentirlo sotto di se, preso da lei.


Improvvisamente con un colpo di reni fa forza; inverte le parti, la rigira sulla schiena.Lei allarga le gambe invitante, lo desidera, vuole accoglierlo dentro di se gli mostra sfacciatamente il tempio da invadere il volto illuminato da una brama, godere delle intense emozioni che gli da. Inizia ad accarezzare il suo corpo con la bocca, cattura con le mani i seni gonfi ed eccitati, li palpeggia con cura, con dolcezza, ma anche con decisione li stringe strizzando tra le dita i capezzoli li cattura con piccoli morsi, li bagna con piccoli colpetti di lingua la sua pelle calda e sudata aspetta, desidera, anela... si guardano la stanza pregna dei loro odori, i respiri si fanno più corti, gli aliti si fondono. Entra improvvisamente e i bacini si muovono come un unico corpo, insieme gridano - Ti voglio! Le unghie si ficcano nella carne di lui graffiano la schiena, non sente dolore, i corpi si muovano all’unisono selvaggiamente. Quando le bocche s’incontrano sembra vogliano sbranarsi, quando il piacere esplode contemporaneo le dita di lui sono morse. Si sposta da lei scende al suo tempio invaso dal proprio seme, lo lecca lo succhia, va a baciarla. Un misto di sapori si mescolano sulle labbra riscende, la gira a pancia in giù mentre lei trattiene dentro le sensazioni appena vissute. Le morde i glutei, la lingua gli solletica l’ano lo lambisce lo succhia, sente che entra mentre le dita solleticano il clitoride immersa in quel turbinio di piacere avverte la pressione delle dita che entrano nell’ano, giocano violano. Affonda, il suo viso nel cuscino pervasa rapita, ormai non ragiona più, subisce il piacere come una tortura irrinunciabile. Sente che sta per arrivare un altro orgasmo il respiro affannoso sussurra mi fai impazzire poi solo gemiti che si susseguono riesce a girarsi al contrario e dirige le sue labbra sul membro un altro orgasmo serra le labbra lo succhia vorace poi scivola con la lingua sui coglioni li succhia tra le mani stringe il membro tornato duro e pulsante continua a succhiare mentre lui succhia la penetra con la lingua ingoia i suoi orgasmi …. Avvolge la mano nei capelli di lei, la allontana dal membro, lentamente la fa metter a carponi, la schiena piegata il viso sul materasso, lei si abbandona si lascia dirigere. Ritorna a succhiarle l’ano, lei geme affonda ancor di più il viso nel materasso, le mani stringono il lenzuolo. Lo vuole dentro glielo sussurra... entra prendimi la voce le trema. Senza preavviso lui la penetra con foga, lei getta un grido, si è sentita lacerata il suo accarezzarle il clitoride i suoi colpi trasformano quel piccolo dolore in un intenso piacere che la scuote da dentro. Frasi oscene le scivolano dalle labbra. eccitano lui ancor di più aumentano il desiderio... i movimenti. Sente il suo membro contrarsi dentro pulsare sembra che gli raggiunge le viscere i coglioni gli sfiorano le natiche forte il piacere... aumentano battiti e respiri sente il seme invaderla caldo depositarsi dentro di lei il corpo di lui scivola su di lei sente l’alito caldo prodotto dal respiro affannato sul suo collo si gira di lato per baciarlo, guarda il viso stravolto più bello che abbia mai visto e sorride.


Come d’accordo preso una volta nei pressi della stazione ognuno per la sua strada, non amava i saluti e aspettare il treno con lui affianco non le sarebbe piaciuto, portava il suo odore addosso, aveva tra le gambe la sua saliva mista ai suoi umori al suo seme voleva tenersi il calore del suo corpo addosso, fin quando le fosse possibile tenere il ricordo del contatto.

Sali sul treno un ultimo sguardo alla stazione e vide che lui non aveva mantenuto il patto era lì la guardava il loro sguardi s’incrociavano di nuovo mentre il treno lasciava la stazione ...

mercoledì 17 febbraio 2010

Amami

Amami dal tramonto all'alba
quando le oscurità della notte
rischiarate dalla luna
daranno luce soffusa a i desideri
quando nel silenzio i nostri respiri ascolteremo
Amami dall'alba al tramonto
quando le prime luci ci faranno destare
accarezzandoci le palpebre
quando confusi tra la gente ci cercheremo gli occhi
tra tanti sguardi
accesi, confusi, stanchi, distratti
ci ritroveremo
e allora soli tra tanti
creiamo un noi distinto
un noi unico
a cui possiamo dar vita solo noi
Amami ... non smettere
fin quando saprai amarmi !