mercoledì 23 febbraio 2011

L'uomo


Quando attraversava il corridoio, non passava inosservato nonostante la moquette non desse possibilità di udire passi, lei si accorgeva che lui arrivava dal profumo che le inebriava le narici,fin dal primo giorno che l’aveva incontrato in ascensore ,quando i loro sguardi si erano immersi uno nell’altro per un attimo, era ossessivo il pensiero di lui ,si era accorta del modo in cui lui la guardava ,come se volesse con il solo sguardo oltrepassare la divisa che indossava, il fortuito caso aveva voluto che alloggiasse proprio al suo piano lo vedeva spesso . Ogni volta che entrava nella sua camera sentiva il profumo che la invadeva aveva iniziato a fantasticare su chi fosse…e poi la fantasia le era sfuggita di mano arrivando a pensare al calore di un suo abbraccio a come sarebbe stato esser presa da lui.

Entrando ,si guardò in giro ,una camera ordinata da uomo meticoloso sulla mensola un libro di Grishman nessun altro oggetto personale in vista, leggermente fece scivolare l’anta dell’armadio scoprendo una fila di camice sulle grucce di nuovo più forte il profumo la rapì chiuse gli occhi portandosi al viso la manica di una camicia chiuse gli occhi aspirò le parve di arrivare a percepire oltre al profumo l’odore del corpo di lui quando riaprì gli occhi vide riflesso nello specchio lui che la guardava il suo sguardo diverso dagli incontri del corridoio una luce calda lo illuminava,le sorrise lei si scostò dall’armadio senti il viso in fiamme, cercò parole di giustificazione ma non trovò altro che dire mi scusi torno dopo passandogli vicino si senti afferrare per il braccio una stretta forte che la fece fremere,” non così di fretta signora sono molto colpito dal fatto di non esserle indifferente” le disse, mentre gli stringeva le braccia intorno alla vita, lei ammutolita riusciva solo a fissarlo ,si ritrovò le labbra di lui avide sulle sue senza nemmeno poter proferir parola il cervello in fiamme il corpo fremente si abbandonò a quel bacio incurante del resto ….

Continuava a baciarla sentiva le mani che intrufolatosi tra i bottoni le accarezzavano i seni quando si strinse ancora senti il suo membro premerle sulla gamba le sbottonò la divisa la fece scivolare giù quando vide le calze autoreggenti e l’intimo che indossava sorrise

Lei alzo il sopracciglio ricambiò il sorriso e gli sbottonò piano la camicia la tolse e accarezzò il suo petto con le dita e con le labbra si abbasso gli slacciò le scarpe gliele tolse lo liberò di ogni cosa celasse la sua pelle ,repentino lui una volta nudo afferrò il filo del perizoma tirandolo le sfregava il clitoride poi con un gesto veloce lo strappò la liberò del reggiseno le lascio solo le scarpe e le calze la guidò verso la poltrona la fece sedere sul bordo s’inginocchiò e prese a leccarla piano, la lingua completamente aperta le sfiorava la figa, assaporava gli umori che erano abbondanti lo desiderava era fremente sul bordo della poltrona la testa di lui fra le gambe la lingua leccava e penetrava ogni parte si soffermava a succhiarle il clitoride vorace ritornava a invaderla dentro ancora si muoveva verso l’ano si teneva ai braccioli ansimava e gemeva era in estasi scossa da brividi in un susseguirsi di orgasmi senza freno la lingua nell’ano le dita che spingevano dentro implorava d’esser presa lui gli portò le dita alle labbra lei le succhio erano intrise del suoi umori quando arrivò un altro orgasmo le morse , alzò la testa la guardò dicendogli :

“avida non aver fretta hai ancora tempo per godere…”

Quelle parole accelerarono i battiti…

non si sposto continuò a leccarla

sembrava che le forze la abbandonavano ..chiuse gli occhi e si sporse ancora di più dalla poltrona fremeva gemeva scossa dal piacere che gli procurava la sua lingua affondata dentro.

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