martedì 3 gennaio 2012



La strada quasi deserta all’alba, incrocio poche macchine la pioggia continua, a picchiettare sul parabrezza nessun miglioramento il cielo incupito non lascia trapelare raggi di sole la radio copre con il ciarlare del dj il rumore dei tergicristalli, occhi sulla strada pensieri altrove questo viaggio senza meta allieta il mio umore chi se ne frega del tempo e della non destinazione.
Il tempo oggi non conta il telefono spento, fuori dalla quotidianità per una volta niente impegni niente responsabilità, le sigarette sul cruscotto ho voglia di un caffè al primo distributore mi fermerò. Accelero un po’ cerco di distrarre il mio io dalle solite cose a renderlo irresponsabile e un po’ cattivo perché no ...
So che aspetti... calmo niente riesce a smuovere il tuo aplomb, voglio coglierle le tue emozioni scompigliarti i capelli, lasciarti bendato legato e osservarti mentre al buio il resto dei tuoi sensi si amplifica.
Sono dall'altra parte della strada guardo verso la finestra ti vedo dietro la tenda, riconosco la sagoma del tuo corpo, cosa fai... un movimento, la tenda si sposta leggermente. Guardi in strada, non puoi vedermi coperta dal fogliame dell'oleandro. Io ti vedo, ti spio, il tuo sguardo che passa in rassegna parte della strada che è visibile, richiudi la tenda .Salgo le scale, la porta è socchiusa allora mi hai visto... con il palmo apro la porta, non ti vedo nella stanza una musica viene dall'altra camera la seguo ed eccoti seduto in poltrona con il viso appoggiato sul dorso della mano incontri il mio sguardo, sorridi ti alzi vieni da me.
Un abbraccio frenetico, bocca chiusa narici dilatate, sbuffando come tori da combattimento, baci, carezze, brancolando, armeggiando con bottoni chiusure ganci e occhielli.
Fino giacere in un mucchio disordinato d’indumenti.
Accarezzi il seno, stuzzicando i capezzoli con le dita, poi con la lingua. La tua bocca si alterna tra i capezzoli gonfi e le labbra, desideroso e smanioso di non lasciare lembi di pelle senza la carezza delle labbra.
Dalla caviglia al polpaccio per il mio interno coscia sento il caldo respiro e la punta della lingua, mi chiedi di stare ferma voglio disubbidire a quell’ordine le mie mani cercano la tua pelle bramando contatto. La carne morbida nudo sopra di me mi guardi le mani attraversano la linea dei fianchi risalendo fino alle spalle ti abbassi per posare le labbra sulle mie sento due dita entrare invadermi dolcemente le rigiri nell’umido piacere te le porti alle labbra e le lecchi non ha euguali il tuo sapore... il tuo odore ... sussurri, la mia mano cerca il tuo membro lo sento sul palmo lo stringo mi guardi continui a toccarmi con le dita scivolano fra i copiosi umori, il piacere cresce, prendi in giro il mio desiderio toccando appena con la cappella ne ho urgenza
con le gambe ti avvolgo, ho tirato dentro fino a quando ho potuto, non hai voluto sfuggirmi per continuare la tortura ora ti muovi dentro con vigore potente, scosse di piacere accompagnano i gemiti e parole smorzate.
Il tuo membro scavava nella mia pelle la tua schiena arcuata permette entrate più profonde ritirate e poi spinte, le mie unghie ti graffiano le natiche aumenti sempre più veloce profondamente… presi in quel movimento non si sarebbero distinti i corpi, un gemito... un grido, all’unisono fino a quando non sei esploso dentro, aggrappata per protrarre il piacere ti tengo stretto fino a quando rilassati e compiaciuti ci concediamo il tempo di suscitare di nuovo il desiderio.

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