giovedì 25 giugno 2009

La palafitta


Paolo aveva insistito per vederci, nella sua casa al mare, lo conoscevo poco, ma l’interesse ad approfondire quella conoscenza aumentava i suoi modi lo sguardo lasciava presagire un fine settimana niente male.

Ci troviamo sotto casa mia, salgo in macchina, prima di rimettere in moto mi fissa i suoi occhi hanno una luce nello sguardo che lascia trasparire il suo essere, dolce, ma con un non so che di misterioso e intrigante. Non so dove mi sta portando, so solo che ci dirigiamo verso il mare, in macchina ogni tanto sposta lo sguardo dalla strada per guardarmi, prende la mia mano portandola alla bocca con dolcezza bacia ogni dito, poi la unisce alla sua sul cambio, silenzioso ma totalmente coinvolgente con quelle carezze appena accennate. Entriamo in una stradina sterrata che porta vicino alla spiaggia c’è una piazzola polverosa ampia davanti ad una duna sulla destra un cancello che aprendosi cigola…entrati percorriamo un vialetto e all’improvviso mi appare davanti una casetta molto graziosa costruita per delle colonne di legno piantate nell’acqua, la casetta a metà tra la spiaggia e il mare con un recinto intorno fatto di canne per evitare che qualcuno dalla spiaggia accanto turbi la tranquillità di quell’angolo di paradiso. Paolo mi cinge le spalle tirandomi verso di se e mi bacia profondamente da mozzarmi il fiato, stretta a lui mi accorgo di desiderare che non si fermi a quel bacio, senza staccarsi dalle mie labbra le sue mani scendono verso il basso, le dita sui fianchi alzano la gonna in uno strappo deciso, il perizoma cade a terra, infilo le mani dentro la sua camicia e la apro strappandola mi appare il suo petto abbronzato Ormai i vestiti sono sparsi sulla sabbia mi fa stendere sul bagnasciuga metà del corpo lambito dalle onde lui ancora in piedi mi fissa lo sguardo sempre più acceso leggo il suo desiderio, Si stende al mio fianco, comincia leccandomi il collo scende verso i seni gira intorno ai capezzoli con la lingua e poi più giù fino ad arrivare al mio sesso e fermarsi lì a succhiarlo come se fosse l’unica cosa che sa fare, facendolo divinamente, sento la sua lingua penetrarmi dentro, avida esplora ogni pezzetto interno per poi tornare al clitoride le mani accarezzano le cosce i fianchi Tento di rialzarmi per cercare il suo sesso, presa dal desiderio di sentirlo dentro, mi costringe ancora in quella posizione il viso impregnato dei miei umori i suoi occhi a sfidare i miei.

Approfitto di un attimo di distrazione lo faccio scivolare all’indietro e mi metto su di lui facendo penetrare il suo membro dentro di me, si ribella, ma poi cede e si lascia cavalcare dal piacere mi abbasso per baciarlo ha sul viso il mio odore succhio le sue labbra, gli occhi sempre fissi gli uni dentro gli altri una continua sfida allo stremo, mi muovo su di lui voglio il controllo non sembra volerlo cedere.Mi tengo sul suo petto, mentre lui accompagna i miei movimenti sento che sta per venire, ma non è finita mi afferra per i polsi e con un movimento veloce mi ribalta, adesso è sopra di me sorride compiaciuto, alla mia resistenza a non voler ritrovarmi sotto di lui mi gira ancora sono a pancia in giù mi tiene per i capelli la sua lingua picchiettando si fa spazio dietro di me entra in profondità, la mia mente ripensa allo sguardo che aveva appena entrai in macchina, improvvisamente mi penetra quasi dolorosamente di

Colpo è dentro fino in fondo steso su di me completamente soggiogata dal suo corpo tento di ribellarmi per sfida, ma non voglio che smetta le sue mani stringono i seni il suo membro invade il mio ano senza fermarsi un movimento continuo duro sento un calore invadermi nelle viscere, il ritmo rallentare e poi il suo corpo abbandonato sul mio ancora dentro di me, fusi insieme entrambi vinti dal piacere. Lo sento scivolare via si stende al mio fianco, non m’interessa che è stanco, ha giocato a modo suo ora voglio giocare a modo mio. Lo guardo, avvicinandomi mi abbraccia con dolcezza, la mia mano scende verso il suo membro, mi guarda sorridendo, gli accarezzo i testicoli poi inaspettatamente scendo a succhiarli, con una mano gli sfioro il membro che risponde al mio solleticarlo, torna in tiro, sono su di lui che mi guarda, mentre mi abbasso e faccio entrare un po’ di punta per poi rialzarmi così continuo provocandolo, mi avvicino alle sue labbra e prima che possa baciarle gli sfuggo, sfrego il clitoride ed il mio sesso sul suo senza che possa penetrarmi tutto questo lo tiene in tensione all’improvviso mi afferra ribaltandomi mi alza le gambe per le caviglie ed entra in me furioso, intorno al collo stringo le caviglie, mentre mi possiede ancora con più vigore di prima, fissandomi soddisfatto, gemiti e urla di piacere selvaggio si sentono nell’aria, il rosso del tramonto sul mare incornicia i nostri orgasmi poi il silenzio... sfiniti cullati dalle onde che accarezzano i nostri corpi restiamo lì ad attendere l'alba…..

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